Se durante un’immersione ci si imbatte nell’incontro con il Paguro bernardo, il rischio è quello di trascorrere tutto il tempo assieme a lui iniziando ad osservare la disinvoltura con la quale porta a spasso la sua conchiglia e la sua nutrita collezione di attinie.
Bernardo – così mi piace chiamarlo quasi a volerlo “umanizzare” - è uno degli attori di mare forse più noti che, insieme a cavallucci, delfini e stelle marine, è fra gli animali acquatici che, per primi, si scoprono sui libri di scuola.
Per comprenderne meglio i suoi comportamenti, è necessario immergersi di notte poiché durante il giorno, poco disponibile all’approccio, preferisce cavità e anfratti al riparo dalla luce.
Fra le centinaia di paguri esistenti, l’amico Bernardo rimane il paguro per eccellenza, degno rappresentante di una grande famiglia.
Lui però, a differenza di gamberi e granchi, a causa del suo addome molle, deve ricorrere all’uso di una conchiglia abbandonata sul fondo in seguito alla morte del mollusco per proteggere la parte posteriore del suo corpo da eventuali malintenzionati.
E’ così che, con la crescita, il paguro, come tutti i crostacei, deve mettere in conto non solo la muta ma soprattutto il cambio progressivo di conchiglia, che dovrà essere, ovviamente, sempre proporzionata alle sue crescenti dimensioni.
Ed è facile comprendere come la scelta della conchiglia, per il paguro, sia molto importante (a partire dalla valutazione della leggerezza) dal momento che le conchiglie più sottili sono quelle più facili da trasportare, nonostante siano anche più a rischio di frantumazione da parte dell’eventuale predatore.
Sono frequenti, poi, i casi in cui l’amico Bernardo ricopra la propria “dimora” con strutture mimetiche o difensive, come spugne o celenterati, dei quali l’esempio più frequente è proprio la simbiosi, molto nota, con l’attinia Calliactis parasitica. La convivenza tra queste due specie diverse - il paguro e l’attinia - è un particolare tipo di scambio che assicura vantaggi e benefici ad entrambi: le cellule urticanti dell’attinia offrono protezione al paguro da eventuali nemici mentre l’attinia ottiene avanzi di cibo, dispersi in acqua dal crostaceo durante il pasto, ed ha la garanzia di spostamenti frequenti da un luogo all’altro grazie alla locomozione attiva del paguro stesso.
Certo, la spiccata simpatia di Bernardo nasce sicuramente dai movimenti rapidi delle chele e dai quegli occhi curiosi posti all’estremità dei pedicelli!
Lui vive bene a tutte le profondità, da pochi metri fino ad oltre 500 e, nell’osservalo di notte quando si muove intento nella caccia, lo si ammira in tutto il suo splendore mentre trasporta, con disinvoltura, la sua pesante abitazione sormontata dalle attinie, in numero variabile da una a quattro (in casi rari anche di più), eleganti e spesso di colore diverso, vera delizia per il palato dell’esigente fotografo subacqueo.